Leggendo questo articolo troverai informazioni riguardo il regime forfettario partendo dall’apertura fino ad arrivare al pagamento delle tasse, ti illustreremo quali sono i requisiti per accedere a questo regime agevolato, come si fanno le fatture e quali sono i costi che dovrai affrontare. Troverai inoltre tutti i vantaggi, come ottenerli e degli esempi pratici per capire quante tasse pagherai nel regime forfettario.
Il regime forfettario è un regime fiscale introdotto per venire incontro ai lavoratori autonomi con un volume d’affari e un reddito limitato e per agevolare l’apertura di nuove attività con Partita IVA. Questo regime si adatta perfettamente alle nuove attività di lavoro autonomo grazie ad una imposizione fiscale agevolata che risulta essere la migliore presente nel panorama fiscale italiano e che permette alle nuove attività di iniziare il proprio percorso con dei costi limitati.
In regime forfettario è molto conveniente anche per le attività già in corso, che, se rientrano nei requisiti previsti, possono pagare meno tasse rispetto alla tassazione ordinaria.
Oltre che dal punto di vista dei costi, il regime forfettario permette di usufruire di vantaggi relativamente agli adempimenti amministrativi rendendo più snella la gestione burocratica della tua attività e vantaggi di tipo competitivo (non dovrai applicare l’IVA) che permettono l’entrata e il posizionamento sul mercato più semplice.
Per accedere e mantenere questo regime di vantaggio sono previsti dei limiti di guadagno e altri requisiti che prevedono delle verifiche annuali dei requisiti. La perdita dei requisiti determina la fuoriuscita dal regime nell’anno successivo e il passaggio al regime ordinario con i conseguenti adempimenti burocratici oltre che il passaggio alla tassazione IRPEF ordinaria.
Requisiti regime forfettario 2022: come accedere e mantenerlo
Ora parleremo dei requisiti richiesti per accedere e mantenere il regime forfettario per poi scoprire grazie ad un semplice test se puoi adottarlo anche tu.
Il primo requisito da considerare riguarda il superamento del limite di 65.000€ di compensi incassati. Se superi questa soglia durante l’anno puoi dire addio al regime forfettario a partire dall’anno solare successivo.
E’ importante considerare che il limite di 65.000€ deve essere riproporzionato ai giorni di attività dalla data dell’apertura della Partita IVA e che vengono considerati solo i compensi incassati.
Facciamo un esempio pratico per spiegare meglio la casistica:
Esempio 1) anno intero
Partita IVA Aperta come Web Designer in data 1 Gennaio 2021 e ancora aperta al 31 Dicembre 2021: vale il limite dei 65.000€
Esempio 2) apertura partita IVA in corso d’anno
Partita IVA aperta come Avvocato in data 1 Settembre e ancora aperta al 31 Dicembre il limite da tenere in considerazione non è più 65.000 € ma questo va riproporzionato per i giorni di effettiva attività.
Considerando che:
- 65.000€ è il limite massimo previsto dal Regime Forfettario
- 365 è il numero di giorni dell’anno
- 122 è il numero di giorni di effettiva attività
limite da considerare è calcolato nel seguente modo:
(65.000€/365)x122= 21.726 €
Quindi il limite da tenere in considerazione in questo caso è di 21.726 euro.
Il secondo requisito è legato al percepimento di redditi da lavoro dipendente.
Hai un reddito da lavoro dipendente ma vuoi anche aprire una Partita IVA per svolgere un’attività di lavoro autonomo in regime forfettario? Non ci sono problemi, puoi farlo, ecco come:
Per adottare il regime forfettario il reddito annuo lordo (conosciuto anche come RAL) che trovi sul tuo contratto di lavoro dipendente non deve superare i 30.000€. In questo caso non è necessario fare calcoli per riproporzionare l’importo in base ai mesi di contratto ma ricordati che dovrai considerare anche i premi di risultato per verificare il superamento di questo limite. Questa regola non viene applicata se termini il rapporto di lavoro e non ne intraprendi uno nuovo prima di fine anno .
Rimaniamo in tema di Partita IVA e lavoro dipendente per evidenziare che nonostante sia possibile mantenere anche un rapporto di lavoro subordinato in parallelo con la propria attività di lavoro autonomo, non è consentito, ai fini del mantenimento del regime forfettario, fatturare in misura prevalente al proprio datore di lavoro o ad un ex datore di lavoro con il quale il rapporto è terminato da meno di due anni.
Nella pratica vuol dire che se la somma delle fatture che hai emesso verso il tuo datore di lavoro o il tuo ex datore di lavoro superano il 50% dei tuoi compensi dovrai abbandonare il regime forfettario a partire dall’anno successivo.
Inoltre se avrai bisogno di collaboratori per la tua attività è necessario sapere che ai fini del mantenimento del regime forfettario i compensi erogati ai tuoi collaboratori (subordinati o parasubordinati) non devono superare i 20.000 € lordi.
Costituisce causa di esclusione la partecipazione in società di persone (Ss, Sas e Snc) e imprese familiari.
Riguardo invece le società di capitali (SPA, SRL e SAPA). Se hai partecipazioni di controllo diretto o indiretto in società che svolgono attività riconducibile alla tua, per evitare di essere escluso dal regime forfettario non devi emettere fatture verso queste società per più del 50% del tuo fatturato totale.
Nella pratica vuol dire che se ad esempio sei un consulente di web marketing e hai partecipazioni maggioritarie dirette (possiedi il 50% delle quote societarie) o indirette (tu possiedi il 20% e i tuoi genitori possiedono il 35% > totale 55%) che ti permettono di esercitare il controllo sulle decisioni di una società di capitali che svolge attività nel tuo stesso ambito, le eventuali fatture che emetti verso questa società non devono superare la metà dei tuoi compensi totali, pena l’esclusione dal regime forfettario.
Ora passiamo al pratico! Scopri se hai i requisiti per accedere al regime forfettario nel 2022 seguendo questo semplice test.
Se la risposta ad una delle domande è SI, potresti essere escluso dal regime forfettario, ma per sicurezza visto i tanti casi particolari, ti sarà utile chiedere una consulenza specifica per il tuo caso, puoi farlo qui
Sei residente all’estero? SI/NO
L’anno scorso hai incassato fatture per più di 65.000€? SI/NO
L’anno scorso hai percepito un reddito da lavoro dipendente superiore a 30.000€ lordi? SI/NO
L’anno scorso hai acquisito quote di una società di persone? SI/NO
Lo scorso anno hai emesso fatture a SRL di cui sei socio o di cui sono soci tuoi parenti? SI/NO
Lo scorso anno hai emesso fatture ad un tuo vecchio datore di lavoro? SI/NO
Se hai risposto NO a tutte le precedenti domande possiamo dire che hai già un piede nel regime forfettario.
Per poter valutare al meglio il tuo caso in tutti i dettagli ti consigliamo di prendere un appuntamento per una consulenza gratuita con i nostri esperti che sapranno consigliarti entrando nello specifico della tua situazione.
Vantaggi regime forfettario
Finora abbiamo parlato del regime forfettario come un regime fiscale ampiamente vantaggioso, ma quali sono nella pratica i reali vantaggi che puoi ottenere adottando questo regime per la tua attività?
Ora scoprirai tutti i possibili vantaggi che puoi trarre dall’applicazione del regime forfettario.
Innanzitutto parliamo di un regime a tassazione agevolata che prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva del 5%, per un massimo di 5 anni, in caso di nuove attività o del 15% per le attività già esistenti. Queste percentuali a differenza dell’imposizione ordinaria (IRPEF) si applicano senza mai variare qualunque sia il volume dei compensi incassati.
L’imposta sostitutiva è un imposta che viene applicata ad alcuni redditi in sostituzione dell’imposta ordinaria a cui quei redditi avrebbero dovuto essere assoggettati. In questo caso l’imposta ordinaria sostituita è l’IRPEF.
Considerando che la tassazione ordinaria è strutturata a scaglioni di reddito e parte da una percentuale minima del 23% che si incrementa all’aumentare del reddito è intuitivo capire che il regime forfettario offre un grande vantaggio da questo punto di vista soprattutto se parliamo di attività di nuova apertura.
Il regime forfettario ha inoltre introdotto il concetto di coefficiente di redditività, ovvero una percentuale che viene assegnata in base alla tipologia della tua attività (individuata con i cosiddetti codici ATECO) e determina la percentuale dei compensi sulla quale devono essere calcolate le tasse.
Ora vediamo insieme come funziona questo meccanismo, non preoccuparti se ti sembra complesso perché con l’esempio successivo ti sarà tutto più chiaro.
Attraverso i coefficienti di redditività lo Stato individua in modo forfettario le spese presunte di ogni attività che non andranno conteggiate ai fini delle tasse. Ciò vuol dire che anche se non hai costi legati alla tua attività verrà sottratta una percentuale fissa dai tuoi ricavi che non verrà tassata. Questo vantaggio si concretizza in modo più evidente soprattutto per coloro che hanno pochi costi legati alla propria attività e che quindi in un regime ordinario avrebbero poche spese da “scaricare”.
Facciamo un esempio così da capire facilmente come funziona.
Immaginiamo che tu voglia intraprendere l’attività di fotografo, il coefficiente di redditività legato alla tua attività è del 78%. Il restante 22%(100-78=22) viene considerato dallo Stato come costi legati alla tua attività (anche se tu non ne hai o ne hai di meno/di più). Quindi le tasse verranno calcolate sul 78% del totale da te incassato.
Un altro vantaggio del regime forfettario è quello competitivo grazie alla mancata applicazione dell’IVA in fattura. Ciò significa che i prezzi che hai deciso per i tuoi prodotti o i tuoi servizi non dovranno essere maggiorati dell’imposta sul valore aggiunto (IVA), che normalmente equivale al 22%. Ciò permette alle nuove attività di posizionarsi sul mercato con i propri prodotti adottando prezzi convenienti senza importanti rinunce dal punto di vista dei ricavi.
Ad esempio:
Marco applica il regime ordinario, il prezzo del suo prodotto è di 22€, dovrà venderlo al suo cliente a 26,84 € ovvero 22€ + 22% di IVA.
Tu che applichi il regime forfettario potrai vendere il tuo prodotto semplicemente a 22 €
I clienti, percependoti come più economico, sceglieranno te piuttosto che Marco.
Non dover applicare l’IVA in fattura, non solo costituisce un vantaggio competitivo ma anche un vantaggio in termini di adempimenti amministrativi in quanto non sarà necessario effettuare la dichiarazione IVA e il versamento trimestrale.
Ora che conosci tutti i vantaggi che offre il regime forfettario puoi scoprire come sfruttarli al meglio per la tua attività chiedendo una consulenza gratuita ad AG Advisory che ti darà tutti i dettagli basati sul tuo caso specifico.
Tassazione regime forfettario: come funziona e costi
Siamo arrivati all’argomento più interessante che risponde alla domanda che sicuramente ti sarai posto molte volte : quante tasse pagherò se inizio la mia attività con una Partita IVA in regime forfettario? Nei prossimi paragrafi troverai la risposta.
Differenza tra tasse e contributi previdenziali
Prima di passare ai calcoli è opportuno fare chiarezza specificando che oltre alle tasse (di cui abbiamo già parlato nei paragrafi precedenti), aprendo un’attività di lavoro autonomo, dovrai pagare anche i contributi previdenziali.
I contributi previdenziali sono i soldi che devi versare alla cassa previdenziale per creare la tua pensione.
La percentuale contributiva da versare annualmente viene determinata da ogni cassa previdenziale e può prevedere delle agevolazioni per i giovani e/o chi sta iniziando la propria attività da lavoratore autonomo e per coloro che svolgono in parallelo un’attività di lavoro subordinato.
Allo stesso modo ogni cassa previdenziale prevede diverse scadenze per l’invio della dichiarazione contributiva e il pagamento dei contributi previdenziali in forma di saldo e acconto. Non preoccuparti, in seguito faremo degli esempi in base alle varie casse previdenziali e potrai comprendere meglio la differenza.
Riassumendo, i contributi previdenziali sono i soldi che versi (all’INPS o ad altra cassa previdenziale specifica) per la tua futura pensione, mentre le tasse sono una percentuale del tuo guadagno che versi allo Stato per contribuire alle spese per l’erogazione dei servizi utili alla collettività (come polizia, giustizia, illuminazione e manutenzione delle strade etc.)
Calcolo tasse regime forfettario
Come si calcolano le tasse in regime forfettario? Per rispondere a questa domanda dobbiamo richiamare il concetto di Coefficiente di Redditività visto nei paragrafi precedenti, che risulta fondamentale per il calcolo dell’imposta sostitutiva.
Per procedere ci servirà sapere:
- il coefficiente di redditività legato al codice ATECO dell’attività scelta (consulta la tabella dei coefficienti di redditività per verificare quello legato al tuo ATECO)
- quanto hai incassato durante l’anno
- l’importo dei contributi che hai pagato l’anno precedente (se è il primo anno di attività, questo punto non è necessario)
Una volta raccolti tutti i dati possiamo passare al calcolo punto per punto:
Prendiamo di nuovo come esempio il nostro fotografo.
1) Moltiplichiamo l’importo degli incassi per la percentuale del coefficiente di redditività, che in questo caso corrisponde al 78%, ottenendo l’imponibile lordo
Il fotografo ha incassato 10.000€, lo moltiplico per il mio coefficiente di redditività (78%)
10.000€*78%=7.800 € questo è l’imponibile lordo
2) Sottraiamo dall’imponibile lordo i contributi previdenziali versati l’anno precedente ottenendo quello che viene chiamato imponibile netto
7.800€ – 1000€= 6.800€ questo è l’imponibile netto
3) Moltiplica l’imponibile netto per la percentuale di tassazione del 5% o del 15% a seconda che tu abbia aperto una nuova attività o abbia solo cambiato regime fiscale con una partita IVA già esistente. In questo modo otterrai l’importo delle tasse da pagare
6.800€*5%=340 € importo del saldo delle tasse da pagare
I contributi da versare si calcolano come segue:
prendiamo l’imponibile (ottenuto applicando il coefficiente di redditività) e lo moltiplichiamo per la percentuale contributiva GS INPS prevista per il 2022 ottenendo così l’importo da versare come saldo contributi previdenziali per il 2022
7.800*26,49%= 2.66,22 € contributi a saldo 2022
Calcolo contributi previdenziali regime forfettario
Il regime forfettario prevede delle riduzioni relativamente al pagamento dei contributi previdenziali della cassa Artigiani e Commercianti. La minor percentuale di contributi previdenziali da pagare è stabilita con una percentuale del 35%. Al fine di poter accedere a questa agevolazione è necessario presentare domanda all’INPS tramite apposita procedura online.
E’ importante sottolineare che la riduzione del pagamento dei contributi incide poi sulla somma accantonata ai fini della pensione. Nella pratica un accantonamento minore di contributi andrà ad incidere sulla tua pensione futura.
Costi aggiuntivi regime forfettario
Fin qui abbiamo visto i costi che dovrai sostenere in termini di tasse e contributi. Ora ti chiederai: ci sono altri costi che devo conoscere prima di intraprendere la mia avventura nel mondo della Partita IVA?
La risposta dipende dall’attività che intendi intraprendere. Se hai intenzione di aprire un’attività che richiede l’apertura di una ditta individuale (ad esempio un e-commerce o vuoi fare la parrucchiera) devi tenere conto dei costi delle pratiche di apertura ditta e comunicazione agli enti competenti, solitamente intorno ai 200€ per partire. Indipendentemente dall’attività che svolgi dovrai rivolgerti ad un commercialista per la compilazione e l’invio della dichiarazione dei redditi oltre che per chiedergli consulenza e per ottenere informazioni in merito alle novità fiscali e agli eventuali bonus o agevolazioni a cui puoi accedere.
A tale proposito devi sapere che AG Advisory, oltre a mettere a disposizione un portale per gestire la tua fatturazione e dei tuoi adempimenti e tenere sotto controllo la previsione delle tue tasse ,in modo semplice e intuitivo, ti offre il supporto di un consulente fiscale dedicato e la dichiarazione dei redditi. Scopri la nostra offerta nei dettagli prenotando una consulenza gratuita con i nostri esperti.
Regime forfettario: cosa si può scaricare?
Un’altra domanda molto comune che ci si pone aprendo un’attività in partita IVA è: posso scaricare i costi della mia attività? O più in generale: cosa posso scaricare con la mia partita IVA? Nei paragrafi precedenti abbiamo parlato di coefficiente di redditività, questo concetto sta alla base del regime forfettario perché, come dicevamo con questo meccanismo vengono determinati forfettariamente i costi che si possono “scaricare” e che di conseguenza non vengono considerati ai fini del calcolo delle tasse.
Proprio perché viene applicato il principio di determinazione dei costi in modo forfettario non conta che tu non abbia effettivamente sostenuto delle spese per la tua attività perché al fine del calcolo delle tasse verrà sottratta una percentuale fissa determinata in base al tuo settore di riferimento. Unica eccezione viene fatta per i contributi previdenziali che, come abbiamo visto nell’esempio del calcolo delle tasse, vengono sottratti dalla base imponibile sul quale si applica la percentuale d’imposta. Quindi se adotti il regime forfettario non sarà necessario farti fare la fattura per l’acquisto degli strumenti utili per lo svolgimento tua attività perché non puoi “scaricare” questi costi.
Siamo arrivati alla fine di questo percorso di conoscenza del regime forfettario. Hai appreso i concetti di base per poterti orientare in questo regime ma ricordati che per fare le scelte più adatte alla tua attività e per sfruttare al meglio le opportunità che questo regime di vantaggio mette a disposizione è opportuno fare un approfondimento con un esperto del settore.