Contributi Inps 2020 Artigiani e Commercianti

Artigiani e Commercianti: aliquote contributi Inps 2020

Con la circolare n.28 del 17 febbraio 2020, l’Inps rende note le aliquote per la contribuzione di Artigiani e Commercianti iscritti alla Gestione Artigiani e Commercianti per il 2020.

Rispetto al 2019 sono variati il reddito minimale e l’ammontare dei contributi fissi dovuti.

Nel paragrafo seguente analizziamo le regole principali della Gestione Artigiani e Commercianti Inps e nei successivi andremo ad illustrare nel dettaglio le aliquote dei contributi Inps 2020 con relativi esempi.

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Regime forfettario imposta sostitutiva 5 %

Il Regime forfettario prevede per i suoi contribuenti, un’imposta sostitutiva del 15%.

In alcuni casi, se si rispettano determinate caratteristiche che analizzeremo in seguito, l’aliquota  del 15% può essere ridotta al 5% per i primi 5 anni in cui si inizia un’attività con Partita Iva.

Regime forfettario imposta sostitutiva 5 %: chi ne ha diritto

In linea generale, la riduzione dell’aliquota del 5% è dedicata a tutte quelle attività che vengono aperte da titolari che non le hanno mai svolte prima.

Il Legislatore ha voluto incentivare l’apertura di Partite Iva per tutte quelle persone che vogliono iniziare una nuova attività, di cui mai si sono occupati nella loro esperienza lavorativa precedente né come lavoratori dipendenti, né come imprese familiari, ecc.

Requisiti d’accesso

In particolare, le caratteristiche che si devono possedere per poter accedere a questa riduzione, che sono consultabili anche sul sito dell’Agenzia delle Entrate, sono:

  • Il titolare dell’attività non abbia svolto, nei tre anni precedenti dell’inizio dell’attività, attività d’impresa anche in forma associata o familiare;
  • L’attività intrapresa non deve essere in alcun modo una continuazione di un’attività precedentemente svolta sia sotto forma di lavoro autonomo (da questo caso sono esclusi i periodi di pratica obbligatori per poter esercitare arti o professioni);
  • Nel caso in cui venga rilevata un’attività già avviata da un altro soggetto, si deve verificare che l’ammontare di incassi generati l’anno precedente dall’attività, siano in linea con quelli richiesti per aderire al Regime forfettario.

Ricordiamo che l’agevolazione della riduzione dell’aliquota al 5% vale solo per i primi 5 anni, dal sesto in poi si avrà l’obbligo di applicare l’aliquota piena, ovvero del 15%.

NOTA BENE: non sono previsti limiti di età per poter applicare l’aliquota al 5%.

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Come cambiare commercialista e quando conviene farlo

Capita spesso di essere insoddisfatti del proprio consulente ma non si trova il coraggio di cambiarlo. I motivi possono essere diversi perché è un amico, perché ha lo studio sotto casa o perché ci è stato consigliato da un familiare.

Cambiare commercialista tuttavia è molto semplice e non si deve aver paura; con le dovute proporzioni è come cambiare il parrucchiere. Le regole da seguire sono poche; la prima è essere corretti con il professionista che si vuole abbandonare.

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Dividendi in crescita, l’Italia prima in Europa

L’Italia, assieme ai Paesi Bassi, è il Paese europeo che nel 2019, a livello tendenziale, ha registrato la crescita percentuale più marcata sul fronte dei dividendi.

Le cedole complessive, si legge nella nuova edizione del Janus Henderson Global Dividend Index, sono salite infatti del 6%, a fronte di un progresso sottostante – ossia rettificato per le eventuali cedole straordinarie – che ha toccato l’8%.

A livello settoriale, in Italia si è registrato un incremento della distribuzione cedolare da parte delle società del settore trasporti e dei servizi di pubblica utilità, nel primo caso grazie all’acquisizione da parte di Atlantia della spagnola Abertis, nel secondo caso grazie alle performance operative riportate da Enel e Terna.

A livello globale, la fotografia di Janus Henderson mostra come lo scorso anno le cedole globali abbiano toccato un nuovo record a 1.430 miliardi di dollari, sebbene il ritmo di crescita (+3,5% a/a a fronte di un rafforzamento sottostante del 5,4%) sia rallentato rispetto al 2018, più contenuto anche a causa della forza del dollaro.
La crescita è stata trainata in particolare da Nord America, mercati emergenti e Giappone. Europa e Regno Unito sono rimasti invece indietro rispetto alla media globale.
Quanto al quarto trimestre, esso è risultato in linea con la tendenza annuale, con una crescita sottostante del 4,8%.
Ampliando l’analisi agli ultimi dieci anni, i dividendi distribuiti su scala globale hanno totalizzato quota 11.400 miliardi di dollari, con una crescita sottostante del 97% (7% all’anno).

Per il 2020, Janus Henderson prevede una crescita sottostante del 4%, per 1.480 miliardi di dollari, pari a un ulteriore miglioramento tendenziale del 3,9%.

https://www.italiaoggi.it/news/crescita-dei-dividendi-l-italia-prima-in-europa-202002171453116507h

https://www.janushenderson.com/it-it/advisor/jh-global-dividend-index/

Fonte: ItaliaOggi

Ravvedimento operoso

Tramite il link sottostante è disponibile il foglio di calcolo per il ravvedimento operoso aggiornato con la regolamentazione in vigore alla data del 20 gennaio 2020.

    Per scaricare il foglio di calcolo compila il form sottostante:

    - Gestione P.IVA,
    - Contabilità
    - Consulenza fiscale


    Apertura e gestione P.IVAGestione della contabilitàConsulenza fiscaleConsulenza finanziariaBusiness PlanAltro

    Barrare per essere contattato telefonicamente


    Con il “ravvedimento operoso“(art. 13 del D.Lgs. n. 472 del 1997) è possibile regolarizzare versamenti di imposte omessi o insufficienti e altre irregolarità fiscali, beneficiando della riduzione delle sanzioni.

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    Revisione Legale e contabilità esternalizzata

    Il documento del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti (Cndcec), intitolato “La revisione legale nelle nano imprese. Riflessioni e strumenti operativi”, presentato al Consiglio nazionale del 25 ottobre a Firenze sulla crisi d’impresa e ora in pubblica consultazione, è composto di quattro capitoli che, nel definire la nano impresa, ne illustrano le peculiarità dell’approccio di revisione e le modalità operative caratterizzanti il caso di contabilità esternalizzata. L’ultimo capitolo è corredato da appositi questionari e da una esemplificazione pratica di documentazione delle attività di revisione.

    Le srl che per effetto delle modifiche introdotte nell’art. 2477 cc dal Codice della crisi sono chiamate a nominare l’organo di controllo o il revisore entro il 16 dicembre prossimo, infatti, spesso esternalizzano la tenuta della contabilità e dei connessi adempimenti (anche di natura fiscale e del lavoro), nonché fasi rilevanti del processo di predisposizione dell’informativa finanziaria presso uno studio professionale o, comunque, un fornitore di servizi. Questa circostanza fa sì che il revisore debba relazionarsi con lo studio per identificare e valutare i rischi di errori significativi in bilancio e acquisire i pertinenti elementi probativi. Il revisore dovrà applicare, oltre ai consueti principi di revisione, l’Isa Italia n. 402, che tratta proprio delle responsabilità del revisore dell’impresa utilizzatrice dei servizi esternalizzati. Secondo il citato principio, il revisore deve innanzitutto acquisire una comprensione della natura e della rilevanza dei servizi forniti e del loro effetto sul controllo interno dell’impresa utilizzatrice. La tenuta della contabilità configura sicuramente servizio rilevante ai fini della revisione e, in molti casi, riduce il rischio di errori significativi per l’impresa utilizzatrice, in particolare qualora questa non possegga le competenze necessarie a svolgere determinate attività. In ogni caso è bene sottolineare (come espressamente menzionato nell’Isa Italia n. 402) che l’organo amministrativo della società utilizzatrice non è affatto esentato dalle proprie responsabilità per il bilancio.

    Nuove modalità di lavoro per gli studi

    Il rapporto con gli studi. Il revisore deve poter comprendere il grado di interazione tra la società e lo studio che svolge gli adempimenti contabili, fiscali e di bilancio. A tal fine egli, anche dall’analisi del mandato professionale, deve poter evincere quali siano i controlli che la società svolge sull’operato dello studio, i flussi documentali, le funzioni svolte dalla società e quelle svolte dallo studio nel processo di predisposizione del bilancio. È importante, quindi, che gli studi si organizzino da subito per gestire la revisione di società per le quali tengono le scritture contabili, ad esempio, consentendo l’accesso alle scritture e ai documenti contabili; disciplinando tempi e modi di scambio di documenti e informazioni nonché le attività che, nella predisposizione del bilancio, fanno capo allo studio e quelle che fanno capo alla società; prevedendo che il revisore possa accedere presso lo studio per le attività strettamente necessarie e previa autorizzazione della società. Tutte attività che, molto verosimilmente, richiederanno modifiche e integrazioni dei contratti professionali in essere e l’adozione di misure organizzative ad hoc.

    Le registrazioni contabili delle operazioni di import/export

    Esportazioni

    Sono considerate esportazioni, ai fini IVA, tutte le operazioni che costituiscono il trasferimento immediato o differito della proprietà del bene e la fuoriuscita dei beni dal territorio comunitario. Ai fini doganali, invece, non rileva il trasferimento della proprietà del bene ai fini della qualificazione dell’operazione come esportazione. Pertanto, pur non realizzandosi una cessione all’esportazione (quindi non concorrendo alla formazione del plafond), ai fini doganali l’operazione viene qualificata in ogni caso come esportazione.

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    Valutazione delle Aziende

    La Valutazione delle Aziende è un e-journal liberamente scaricabile dal sito della Fondazione OIV, edito da OIV con il contributo del CNDCEC. Obiettivo della Rivista è ospitare articoli su aspetti problematici relativi alla valutazione delle aziende, di partecipazioni, di bene immateriali per qualunque finalità o scopo.

    Consolidato nazionale

    Il consolidato fiscale è un istituto introdotto nel nostro ordinamento dal D.Lgs.  12 dicembre 2003, n. 344 (Riforma dell’imposizione sul reddito delle società). Esso ha due forme: consolidato nazionale e consolidato mondiale. Il primo è regolato dagli artt. da 117 a 129 del TUIR, il secondo è disciplinato, dagli artt. da 130 a 142.


    Le disposizioni attuative della disciplina sono contenute nel D.m. 9 giugno 2004. Con l’introduzione dell’istituto del consolidato nazionale viene riconosciuta nel nostro ordinamento fiscale, anche ai fini delle imposte sul reddito, la realtà economica dei gruppi di imprese. Esso consente ad una società o ente controllante di consolidare gli imponibili delle aziende appartenenti al gruppo, indipendentemente dalla redazione del bilancio consolidato, mediante la determinazione di una base unica costituita dalla somma algebrica degli imponibili di ciascuna delle imprese consolidate. Viene dunque consentito il consolidamento integrale degli imponibili a prescindere dalle quote di partecipazione diretta o indiretta detenute dalla consolidante, permettendo in tal modo l’immediata e totale compensazione degli utili e delle perdite prodotti nell’ambito del gruppo.

    Nel perimetro di consolidamento, però, possono essere attratte soltanto le controllate residenti nel territorio dello Stato italiano mentre per poter includere anche le controllate estere si deve optare per l’affine, ma diverso, istituto del consolidato mondiale: a differenza di quest’ultimo, quello nazionale non obbliga al consolidamento di tutto il gruppo potendo l’opzione essere esercitata anche soltanto da alcune delle società che  vi fanno parte (cd. principio del cherry picking).

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