Domicilio digitale: obbligo di comunicazione

Il Decreto Semplificazioni ha sancito l’obbligatorietà di comunicazione del domicilio digitale entro il 1° ottobre 2020. L’obiettivo dell’art. 37 del DL 76/2020 è portare a termine il processo di digitalizzazione nei rapporti tra le Pubbliche Amministrazioni, i professionisti e le imprese. I primi sono chiamati a comunicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificato agli Ordini Professionali, le aziende a trasmettere la medesima informazione al Registro Imprese. 

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Consulenza e Registrazione contratto di affitto

Se hai bisogno di predisporre e registrare un contratto di locazione abitativo oppure di locazione commerciale possiamo aiutarti in tutte le fasi dalla predisposizione del contratto alla negoziazione con il conduttore. Per avere maggiori informazioni puoi contattarci ai nostri riferimenti o utilizzando il modulo cliccando sul pulsante contattaci.

Regimi fiscali utilizzabili

Cedolare secca

La cedolare secca è il regime ideale per coloro che non usufruiscono di particolare deduzioni sul reddito IRPEF. L’imposta è calcolata sul 21% del canone annuo ed è versata in due rate a giugno e a novembre di ogni anno. Il primo anno l’imposta è raddoppiata per via del meccanismo degli acconti. Puoi contattarci per maggiori delucidazioni su tale meccanismo. Un importante agevolazione del regime forfettario è inoltre l’esenzione totale da bollo e imposta di registro del contratto di locazione.

Regime ordinario IRPEF

Con il regime ordinario IRPEF il canone di locazione diventa a tutti gli effetti imponibile IRPEF per il 95% del canone annuo. Inoltre vanno aggiunti i costi per i bolli e l’imposta di registro (pari al 2% del canone annuo) per la registrazione del contratto all’Agenzia delle Entrate. Assumendo l’aliquota più bassa pari al 23% avremo un carico fiscale sul solo affitto pari a circa il 26,5% pertanto in assenza di ulteriori deduzioni su IRPEF si consiglia sempre l’uso della cedolare secca.

Lavoratori impatriati in italia

Agevolazione fiscale legata ai lavoratori impatriati in Italia dopo un periodo di almeno due anni di lavoro o studio all’estero. Le agevolazioni dopo l’entrata in vigore del Decreto Crescita.

I redditi di lavoro dipendente e di lavoro autonomo prodotti da lavoratori che hanno trasferito la residenza in italia concorrono alla formazione del reddito complessivo nella misura del 30% (o 10%). articolo 16, commi 1 e 2 del dlgs n 147/15. tutte le informazioni in questa guida.

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Contributi a fondo perduto in favore delle società e associazioni sportive dilettantistiche

Il decreto dell’Ufficio per lo sport che rende accessibile il Fondo destinato ad interventi a favore delle associazioni sportive e delle società sportive dilettantistiche, considerata la necessità di far fronte alla crisi economica che ha coinvolto anche il mondo dello sport e determinatasi in ragione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

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CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO

Il decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020 (cosiddetto decreto “Rilancio”) ha introdotto numerose disposizioni destinate a sostenere gli operatori economici danneggiati dalla crisi sanitaria dovuta alla diffusione del “Coronavirus”.

Tra queste, il contributo a fondo perduto previsto dall’articolo 25 del decreto. Esso consiste in una somma di denaro della quale può usufruire una vasta platea di beneficiari, senza alcun obbligo di restituzione.

In particolare, il contributo spetta ai titolari di partita Iva, che esercitano attività d’impresa e di lavoro autonomo o che sono titolari di reddito agrario, ed è commisurato alla diminuzione di fatturato subita a causa dell’emergenza epidemiologica.

La presente guida intende fornire le indicazioni utili per richiedere il contributo a fondo
perduto, illustrando le condizioni per usufruirne e le modalità di predisposizione e di trasmissione dell’istanza, che sono stati definiti dal provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate del 10 giugno 2020.

Il modello e le istruzioni di compilazione sono stati approvati con lo stesso provvedimento e sono consultabili e scaricabili dal sito internet dell’Agenzia delle entrate.

Le misure a sostegno della liquidità e delle attività produttive

Il presente documento passa in rassegna le misure urgenti a sostegno della liquidità e a favore delle imprese e dell’economia adottate dal Governo per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, contenute nel Decreto “Cura Italia” n. 18/2020 (convertito con modificazioni nella legge n. 27/2020), nel Decreto “Liquidità” n. 23/2020 attualmente in corso di conversione e nel Decreto “Rilancio” n. 34/2020.
Il documento fa seguito alla pubblicazione dei documenti di ricerca del 18 marzo, del 15 aprile e del 29 aprile u.s., con i quali è stata effettuata una prima analisi delle principali misure adottate dal Governo per fare fronte alla contingente emergenza epidemiologica da COVID-19, contenute nel Decreto “Cura Italia” n. 18/2020 convertito e nel Decreto “Liquidità” n. 23/2020

Riqualificare la casa a costo zero: ecco la guida completa all’Ecobonus al 110%

Ci sono in ballo lavori per sei miliardi almeno secondo le stime dell’Ance. Un grosso investimento che dovrebbe servire a mettere in moto un settore primario esausto, riqualificando la casa di milioni di italiani. E se finalmente partisse anche il recupero delle facciate, rimasto congelato, si aggiungerebbero altri 3-4 miliardi. Cifre importanti, che peseranno sull’erario ma potrebbero contribuire a far ripartire la nostra fragile economia.

1 – Il volano
In realtà, questi dieci miliardi di lavori, che potrebbero dar vita ad altrettanti euro in detrazioni fiscali, rappresentano in buona parte delle imposte che lo Stato non avrebbe mai incassato. Si tratta infatti di interventi che probabilmente in gran parte, non sarebbero mai stati avviati senza questa spinta della cessione del credito fiscale: ottenere uno sconto in fattura tale da azzerarne il saldo non è come detrarne una parte in dieci anni.

Lo Stato, quindi, non avrebbe mai incassato quei 3-4 miliardi di imposte e quindi la spesa reale si riduce a 6-7 miliardi. Ma i centri abitati d’Italia potrebbero davvero cambiare aspetto e il risparmio energetico complessivo si tradurrebbe in enormi vantaggi per la comunità.

2 – Come funziona
Il meccanismo ideato nel Dl Rilancio è piuttosto complicato e lascia i suoi molti dubbi all’agenzia delle Entrate, che ha 30 giorni di tempo per definire il tutto. Ma la sostanza è che per fare i lavori si può arrivare a non sborsare nulla, salvi gli oneri finanziari che da qualche parte toccherà far saltar fuori: se la mia spesa di 100 vale 110, quei 10 in più dovrebbero coprire gli oneri finanziari di cinque anni e le commissioni nei vari passaggi. Non basteranno (infatti nella prima versione si parlava di 120 per cento) e quindi si dovrà stare attenti ai preventivi gonfiati.

3 – La congruità delle spese
Il rischio è già stato evidenziato dal presidente dell’Enea, Federico Testa, che ha lanciato l’allarme su «abusi e dichiarazioni false». Nel Dl 34/2020, infatti, per evitare che committente e impresa si mettano d’accordo per avvicinare le fatture ai tetti massimi di detraibilità, è stato concepito un sistema di visti di conformità, attestazioni e verifiche sulla congruità tra lavori e spese. Che produrrà molta carta ma sarà poco controllabile da parte delle Entrate.

Regime forfettario per fotografi

Indice dei contenuti

Fotografi e Regime Forfettario

Se sei un fotografo con Partita Iva individuale puoi decidere di adottare il Regime Forfettario, ottenendo così numerosi vantaggi e semplificazioni di tipo contabile e fiscale. Tale Regime ti permette di semplificare la parte burocratica della tua attività, in modo che tu possa concentrarti pienamente sul tuo lavoro e sui tuoi clienti.

Inoltre, grazie alla sua aliquota d’imposta al 15% o al 5% (ma in presenza di determinate condizioni), risulta essere, almeno sulla carta, il Regime più vantaggioso tra quelli previsti dal sistema tributario italiano. Per poter adottare il forfettario, devi però rispettare diversi requisiti di accesso.

Codice ATECO per fotografi

Il codice ATECO è il codice alfanumerico che devi scegliere nel momento in cui apri Partita Iva come fotografo, comunicandolo all’Agenzia delle Entrate. Ogni attività possiede un codice ATECO (o “codice attività”) differente. Per la tua attività di fotografo, i principali codici ATECO sono:

74.20.12 – attività di riprese aeree nel campo della fotografia
74.20.11 – attività di fotoreporter
74.20.19 – attività degli studi fotografici e attività di ripresa di ogni genere
74.20.20 – attività degli studi fotografici per lo sviluppo e stampa conto terzi

È molto importante scegliere il corretto codice ATECO, soprattutto perché ad ognuno di essi è associato un differente coefficiente di redditività, di cui ti parleremo nel prossimo paragrafo.

Calcolo dell’imposta per fotografi in Regime forfettario

Per determinare l’imposta sostitutiva è necessario introdurre il concetto di “coefficiente di redditività”. Come ti anticipavamo nel paragrafo precedente, ad ogni codice ATECO è associato un determinato coefficiente di redditività. Per la tua attività di fotografo, tale coefficiente è pari al 78%. Quest’ultimo è fondamentale per calcolare l’imposta sostitutiva e i contributi previdenziali obbligatori che andrai a versare.

Applicando il coefficiente di redditività ai ricavi conseguiti a fine anno, ottieni il reddito imponibile lordo, il quale diventa reddito imponibile netto una volta che deduci i contributi obbligatori versati durante l’anno in corso. Sul reddito imponibile netto si applica l’aliquota d’imposta al 15% (o al 5%, in alcuni casi) e si determina così l’importo da versare.

Esempio:

Ricavi: 42.000
Coefficiente di redditività: 78%
Contributi obbligatori versati: 8.000 €
Reddito imponibile lordo: 32.760 € (42.000 x 78%)
Reddito imponibile netto: 24.760 € (32.760 – 8.000)
Imposta dovuta allo Stato: 3.714 € (24.760 x 15%).

Contributi INPS per fotografi in Regime forfettario

Oltre al pagamento dell’imposta sostitutiva, il Regime Forfettario prevede il versamento dei contributi previdenziali obbligatori. Come fotografo sarai soggetto al versamento dei contributi obbligatori:

  • alla Gestione Artigiani e Commercianti se svolgi un’attività di tipo artigianale/commerciale. Questa Gestione previdenziale prevede un contributo fisso annuale di circa 3.800 euro fino al reddito minimale di 15.878 euro. Pertanto, anche se non produrrai alcun ricavo, sarai obbligato a versare circa 3.800 euro all’anno. Oltre i 15.878 euro, si applica un’aliquota pari a circa il 24%.

Esempio:

Ricavi: € 21.000
Coefficiente di redditività: 78%
Reddito: € 16.380 (21.000 x 78%)
Contributi Fissi Artigiani e Commercianti: € 3.800
Contributi oltre il reddito minimale: € 120,48 (16.380 – 15.878 x 24%)
Contributi totali (contributi fissi + contributi oltre il minimale): € 3.920,48

N.B.: Puoi richiedere inoltre la riduzione del 35% sui contributi INPS da versare.

  • Alla Gestione Separata Inps se ti configuri come libero Professionista, e sarai soggetto al versamento del 25,72% dei contributi sul reddito imponibile lordo, senza alcun fisso annuale.

Esempio:

Ricavi: € 21.000
Coefficiente di redditività: 78%
Reddito: € 16.380 (21.000 x 78%)
Contributi Gestione Separata: € 4.212,93 (16.380 x 25,72%).